Ricordo vividamente che c’è stato un periodo quando ero bambina in cui temevo che i miei genitori morissero. L’età era all’incirca quella prescolare e anche se non avevo vissuto la morte di nessun parente prossimo ad un certo punto ho cominciato ad avere paura che mia mamma invecchiasse, perchè associavo l’invecchiamento alla morte.
Piccola Iena ha iniziato ad avere questi timori un paio di anni fa. L’unico episodio familiare che potrebbe aver generato questa angoscia era il ricovero di Gemello 1 in rianimazione e per quanto lei fosse piccola aveva colto molto bene la gravità della situazione per il fratello. Le sue paure erano però sempre rivolte a noi genitori e alla nonna e sono diventate molto intense lo scorso anno.
Scoppiava a piangere per niente, soprattutto verso sera prima di andare a dormire, e capitava che la notte si svegliasse e venisse da noi perchè aveva paura che morissimo.
Era continuamente alla ricerca di conferme da parte nostra con una serie di “ma tu muori?”, “ma tu diventi vecchia o ti ammali?” e via dicendo. Non vi dico vedere un film dove manca un genitore, non potevamo più guardare nemmeno Cenerentola.
Noi non abbiamo mai edulcorato la verità, le abbiamo detto che è il ciclo della vita e che tutti prima o poi mancheranno. Però abbiamo cercato di rassicurarla dicendole che è un evento ancora lontano perchè siamo giovani e stiamo bene. Di certo posso assicurare che non è una paura così semplice da gestire, soprattutto con bimbi sensibili e molto riflessivi. Ecco perchè anche stavolta ho chiesto consiglio alla mitica Mara Giani, Psicologa Psicoterapeuta e Coordinatrice del Centro Il Granchio Arcobaleno a Milano, che già ci ha aiutato comprendere il Pavor notturno.
Come mai questa paura è così forte in alcuni bambini?
È una paura attraverso la quale tutti i bambini passano. Spesso si presenta a seguito di qualche evento luttuoso che coinvolge parenti o conoscenti, oppure a seguito di malattie che preoccupano i genitori e che fanno temere per la sicurezza dei propri cari.
Come possiamo aiutarli ad affrontarla?
Ascoltandoli, dando loro risposte semplici e chiare anche legate al proprio credo.
Cosa è meglio non dire o non fare?
Bisogna essere sempre molto sinceri, non raccontare bugie o storielle fantastiche. La morte esiste e fa parte della vita e non si può rassicurare i bambini dicendo che non potrà accadere a noi e nostri cari.
Inoltre è importante non dire mai che la persona è partita per un lungo viaggio o che si è addormentata, altrimenti associeranno le partenze e il sonno a questo evento angoscioso.
Come spiegare loro la morte di un parente?
Il nostro modo di vivere un lutto condizionerà i bambini molto più delle parole che useremo per spiegarlo, per questo è molto importante cercare di evitare di esporli a scene particolarmente disperate. Ciò non significa che dovremo nascondere il dolore ma bisogna esternarlo rendendolo il meno traumatico possibile.
Magari potrebbe essere utile prima di raccontare ai propri figli la morte di una persona cara vedere un professionista per essere accompagnati e sostenuti.
E’ giusto portarli al funerale?
Non c’è una vera e propria regola, sta alla vostra sensibilità. Il concetto è quello descritto sopra di cercare di non esporli a scene di estrema disperazione, per cui se immaginate che al funerale sia probabile assistere a manifestazioni strazianti allora è meglio non portare i bambini.
E’ giusto o sbagliato portare i bambini al cimitero?
Non si usa più molto andare a far visita ai propri cari ai cimiteri. Sarebbe invece utile per i bambini andare insieme ai genitori a trovare nonni e parenti mancati, perchè si mostrerebbe loro un contatto concreto con la morte, oltre naturalmente ravvivare in loro il ricordo di chi non c’è più.
Io ho avuto un periodo così orribile ma più avanti negli anni.