Quando un’etichetta può salvarti la faccia

Spesso mi dicono che Piccola Iena sia tale e quale suo padre, ma per fortuna a differenza di mio marito ha sempre avuto una memoria spaventosa. Tipo che è capace di rinfacciarti cose accadute due anni fa o prima, quando ancora non andava nemmeno all’asilo e potevo contare sul fatto “ma sì, tanto lo dimenticherà in un attimo”. 

Un mese fa più o meno è accaduto per la prima volta da quando va a scuola che abbia perso qualcosa. All’uscita dall’asilo la ritiro, apro l’armadietto per metterle scarpe e giubbotto e…catastrofe! Manca il giubbotto all’appello, ma cosa ben peggiore lei non ricorda dove potesse essere. Guardiamo in tutti gli armadietti, chissà che magari qualcuno l’abbia preso per sbaglio, e nel frattempo lei ricorda di averlo lasciato in cortile. Andiamo a cercarlo e nemmeno lì lo troviamo. Cazziatone di rito a Piccola Iena, chiedo alle bidelle la cortesia di mettere da parte un giubbotto blu nel caso lo trovassero riassettando alla sera. Per fortuna la giornata è mite e io da buona mamma terrons le metto sempre una felpa anche con 20 gradi (sia mai che la picciridda abbia friddu), andiamo al supermercato vicino alla scuola e vedo una bambina dell’asilo con in mano lo stesso giubbotto incriminato. Il dubbio si insinua nella mia mente, resisto perché temo di fare una figura di merda colossale ma alla fine sbotto e chiedo al padre da una parte all’altra della cassa “scusi, è sicuro che il giubbotto sia il suo?”. Ovviamente era suo, quindi mi guarda malissimo e con la coda tra le gambe me ne vado. Mando un messaggio al gruppo Whatsapp delle mamme (che non sempre è il male assoluto) e una di loro mi risponde che il giubbotto di mia figlia si trova in classe. 
Alleluja e tutti vissero felici e contenti. 

Episodi come questi possono essere molto comuni, alla fine i bimbi sono piccoli e non si può pretendere che siano responsabilissimi già a 3 anni, quindi per dare loro una mano (evitando anche figure barbine come me al supermercato) ci vengono incontro le etichette Petit-Fernand. Ho deciso di etichettare almeno i capispalla e gli oggetti più impegnativi (zainetti, scarpe, etc) e dal sito Petit-Fernand puoi creare le tue etichette in un attimo. Ad essere sinceri non lo fai proprio in un attimo perchè tra colori, carattere e iconcine c’è veramente l’imbarazzo della scelta (naturalmente conoscendo le ambizioni regali di Piccola Iena ho scelto una corona e accanto al suo nome ho aggiunto Regina, tipo Queen Elizabeth per intenderci…). 

Avevo già provato delle etichette per i vestiti da un altro sito, ma nella realtà il risultato non era stato un granchè. Le etichette termodesive personalizzate di Petit-Fernand invece risultano resistenti alla lavatrice e all’asciugatrice e vi dirò che al momento stanno reggendo bene i lavaggi. 

Questo per quanto riguarda Piccola Iena, dal prossimo anno quando anche i Terrible Twins andranno all’asilo penso che etichetterò direttamente i bambini.

Facebook Comments

Rispondi