Tutta tua madre

filo madre figlia

C’è un filo invisibile che unisce le mamme alle proprie figlie. Me lo spiegava tempo fa, con termini migliori e in maniera più dettagliata, un’amica psicologa interessata al legame complesso che tiene insieme due generazioni di donne.

Si sa, perché ci siamo passate tutte, che la formazione della nostra identità dipende molto dal rapporto con nostra madre e parte del percorso che ci ha portato ad essere come ci conosciamo oggi deve molto ai vari “voglio essere come lei” o ai “non sarò mai come mia madre” che ci siamo dette strada facendo.

Quando la mia amica mi spiegò questa faccenda del filo pensai subito ad una questione d’affetto, mi dicevo che era ovvio che ci fosse un legame molto stretto con la madre perché siamo unite a lei dall’amore. Pensavo questo prima di diventare mamma a mia volta, anzi ad essere sincera il pensiero cominciò a cambiare con il matrimonio. 

“Self Portrait as My Mother Jean Gregory” – Gillian Wearing


Il primo segnale arrivò un giorno che guardando sconsolata le stanze da riordinare dissi a mio marito “sta casa è un buddello“. Nulla di strano direte voi, se non che queste poche parole erano il cavallo di battaglia di mia madre. Ero stupita, anche perché io non sono mai stata particolarmente ordinata, ma nel momento in cui ebbi una casa mia cominciai a fare caso alle faccende domestiche. E le cose fuori posto mi davano sui nervi, soprattutto se lasciate dagli altri, o meglio dall’altro… Non me ne rendevo ancora conto, ma la trasformazione stava avendo inizio. 
Da ragazza trovavo noiose e monotone le frasi di mia madre e soprattutto per me, mia cugina e mio fratello erano fonte di grandi prese per il culo appena ci voltava le spalle. Mai e poi mai avrei pensato che la maternità mi avrebbe messo in bocca quelle stesse identiche parole. Unica differenza: la lingua.  

Cu cu parru io, cu u muru?” (Con chi parlo, con il muro?)

Ho chiesto persino alla pediatra di far fare una visita audiometrica a Piccola Iena perché vedendomi spesso ignorata quando le parlavo pensavo avesse un deficit auditivo. Invece trattasi di una sordità selettiva, tipo quella del nonno quando fingeva di non sentire la nonna che gli parlava. Il fatto poi che mio marito colga, se va bene, la metà delle cose che dico non aiuta e scatta il “NONÈPOSSIBILECHEINQUESTACASANONMIASCOLTINESSUNOOOO” a 
millemila decibel. 

Fazzu vulare tutti cosi” (Butto via tutto) 

Premetto che sono cresciuta con una mamma fortemente ossessionata dall’ordine e dalla pulizia della casa. Non un po’ fissata, proprio proprio paranoica. Io per fortuna non sono arrivata ancora al livello ossessione (anche se ho fatto la scatolina per le scarpe di Barbie e quella per gli accessori, “così quando le cerchi sai dove trovarle”) ma sono certa che col tempo ci sarà l’upgrade. 
Nel frattempo quando guardo in giro per casa e vedo giocattoli ovunque, vestiti sulle sedie, scarpe seminate qua e là, fogli sul divano, posta dove capita, prendo un respiro e penso a qualcosa di bello: tirare su un sacco nero e infilarci dentro tutto. L’importante è non arrivare al livello estremo di mammina “ci ittu un forfuru a sta casa“, detta anche sindrome di Nerone che spazza via tutto col fuoco sacro.

Si nun accampi tutto prendo la scupa e li ittu”  (se non raccogli tutto prendo la scopa e li butto)

Legato sicuramente alla sensazione di sollievo che mi darebbe il sacco nero, questo è il modo in cui da bambina mia mamma mi invitava a raccogliere i miei giochi da terra. Diciamo che tramando la tradizione e quando Piccola Iena non vuole raccogliere so come convincerla.

Hai i murriti du culu?” (Hai le emorroidi?)

Mia madre non tollerava che ci si muovesse troppo a tavola.  “E che palle, mamma siamo bambini, non puoi pretendere che stiamo fermi!” E invece ora lo pretendo io. Però cerco altri modi di esprimermi, le emorroidi mi fanno un po’ impressione.

Ti mannu u collegio” (Ti mando in collegio)

Questa era la frase che non avrei mai detto. Giuro, eh, no la dirò mai. 
Come no.
 mia madre
Ora posso dire che quel filo di cui mi parlava questa amica non è solo affettivo, è una vera e propria possessione che ti porta a fare, dire e pensare come tua madre.  
Una raccomandazione per il vostro bene: non ditelo a vostro marito, altrimenti pur di liberarsi della suocera nel corpo della moglie vi sottoporrà ad un esorcismo molto, molto potente.
 
 
 
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3 thoughts on “Tutta tua madre

  1. Ahahah, Nemina, sai che io mi sono accorta che questo fil rouge può attraversare anche più generazioni? L’ho capito quando mi sono ritrovata a urlare alle gemelle di “togliere le palle” dal balcone perché “dovevo scopare”… Lì tutte le prese in giro fatte a mia nonna da me e i miei cugini negli anni mi sono tornate indietro a boomerang!

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