Cara Maestra, mi spieghi l’inserimento alla scuola materna?

l'inserimento alla scuola materna

Con la fine di settembre si può dire concluso il periodo, più o meno facile, degli inserimenti alla scuola materna.
Mamme e bambini lo hanno vissuto intensamente, alla fine seppur breve si tratta sempre di una separazione e non tutti sono pronti.
Così ho approfittato dell’esperienza della mia amica Flavia, che prima di essere una mamma italiana ai Caraibi e blogger (il suo nome in codice nella blogosfera è Centrifugato di Mamma), è un’educatrice di nido e le ho sottoposto alcuni quesiti molto comuni. Avevo già letto un suo articolo molto esaustivo sugli inserimenti al nido e quindi ho pensato che poteva aiutare anche me.

Perché come ha suggerito un papà, in alcuni casi, servirebbe un inserimento anche per le mamme…

 

 

Ciao,
Mio figlio piange e portarlo a scuola e davvero un’impresa. Comincia a disperarsi già da casa e per quanto non faccia altro che ripetergli che l’asilo è bello, ci si diverte e ci sono molti bambini, lui dice che vorrebbe stare a casa con la nonna a guardare le telenovelas messicane.

Casa di mamma e papà, ma anche dei nonni, degli zii fino al 25o grado sono posti rassicuranti per il bambino: li conosce da sempre, conosce le persone che ci troverà e sa cosa aspettarsi. L’asilo invece è un posto nuovo, con persone nuove e sconosciute. E ovviamente all’inizio può spaventare! Farsi vedere tranquilli e sottolineare gli aspetti positivi è fondamentale. Potete anche, al momento dell’uscita, farvi spiegare i vari ambienti, farvi raccontare cosa ha fatto. Fare in modo che vi renda partecipi della sua giornata. Ovviamente rimanendo positivi e sottolineando le cose belle. Poi ci vorrà solo del tempo. Per far conoscere l’ambiente, le insegnanti e i compagni. E fargli prendere confidenza con il nuovo ambiente.
 

Buongiorno,
Oggi ho portato a scuola il mio piccolo tesoro, per lui è la prima esperienza di comunità perché ho preferito tenerlo a casa con me anziché mandarlo al nido. Gli altri bambini piangevano e non volevano separarsi dalle mamme, il mio polpettino adorato invece appena ha visto bimbi, giochi e maestre mi ha fatto ciao ciao con la manina e mi ha detto di andarmene. Dove ho sbagliato?

I bambini reagiscono in maniera differente alle novità. Chi si manifesta spaventato e reagisce col pianto. E chi si allontana tranquillo e corre incontro alle novità. Non c’è un modo giusto e sbagliato di rispondere. Ricordo però sempre alle mamme che la crisi prima o poi la fanno tutti i bambini. Chi subito (la maggior parte dei bambini) e chi magari dopo quando realizzano che non è solo un parco giochi e ci sono delle regole. O ancora chi va spedito i primi mesi, e poi va in crisi dopo le vacanze natalizie. E c’è anche chi la crisi non la manifesta mai al distacco, ma magari manifesta un maggior attaccamento durante il pomeriggio e la sera. O durante la notte. Ogni bambino è a se e ha delle reazioni personali e uniche. In nessun caso comunque siete dei cattivi genitori o avete sbagliato qualcosa. Ascoltate il vostro bimbo e agite di conseguenza 🙂 E se proprio la crisi non c’è, perchè non gioirne?
 

Cara educatrice,
Io ho molta fiducia nella vostra competenza e sono davvero felice di affidare mia figlia alle vostre cure. Quando vengo a prenderla a fine giornata mi dite che è molto serena e che partecipa volentieri alle attività. Passando CASUALMENTE dietro ai cespugli del cortile ho visto però che oggi ha pianto 3 volte. Non è che mi raccontate palle? (No ma io non mi sono appostata giuro)

Durante la giornata a casa non capita mai che i bambini con voi piangano? Immagino di si. Questo non vuol dire che non siano sereni a casa. A scuola è lo stesso. I momenti di crisi ci possono essere e sono normali, soprattutto quando si ha a che fare con altri bambini, condivisione di spazi e giochi, e con regole nuove. Questo non vuol dire che non si possa essere sereni. Normalmente le maestre tendono ad essere sincere con i genitori: se c’è crisi (pianti per lungo tempo e difficoltà ad ambientarsi) lo dicono per cercare una strategia condivisa. Se vi dicono che vostra figlia è serena, vuol dire che lo è, anche se con magari qualche episodio sporadico di pianto più che naturale, proprio come lo è a casa. L’importante però è la fiducia reciproca. So che razionalmente ci si fida delle maestre, ma sotto sotto il dubbio c’è (e CASUALMENTE si passa vicino alle finestre, dietro al cortile, ci si ricorda di 2mila cose da fare prima di uscire dal portone dopo il distacco etc). Per il bene dei bambini cerchiamo di fidarci davvero delle maestre e delle educatrici: piuttosto chiediamo, facciamoci chiarire i dubbi ma non rimaniamo col sospetto. I bambini di qualsiasi età percepiscono a pelle proprio quello che va oltre alle parole. E se mamma non è tranquilla nei confronti di queste nuove persone, come possono esserlo loro?
 

Ciao Maestra,
Ho visto l’orario previsto per l’inserimento dei bambini e ok che dev’essere graduale ma penso che con questi ritmi faceva prima una lumaca ad arrivare in Nepal.
Perché non potete prenderveli subito 8 ore al giorno?

In anni di esperienza come educatrice prima e coordinatrice poi di strutture per bambini, questa è una cosa che mi hanno chiesto in tantissimi genitori. Ho sempre risposto cosi: pensate di essere catapultati in un posto che non conoscete, che non avete scelto e con tutte persone che non conoscete. Come vi sentireste? Il bambino vive proprio questo durante l’inserimento. E ha bisogno di poter capire piano piano come funziona. L’inserimento fatto gradualmente permette di conoscere e prendere confidenza con luoghi e persone. Ma non solo. Permette anche al bambino di assimilare il meccanismo del ritorno: mamma va via ma poi ritorna. Cosa che all’inizio spaventa e terrorizza i più. Se il bambino dovesse rimanere per 8 ore con questo senso di terrore (perchè per molti è proprio un terrore) sapete che sofferenza?. Una volta assimilato questo meccanismo, poi aumentare il tempo di permanenza non sarà un problema.
L’inserimento poi è un periodo di assestamento anche per genitori e insegnanti. Alcuni genitori vivono un vero e proprio vuoto al primo vero distacco coi figli. E come i bambini hanno bisogno di tempo. Per gli insegnanti invece è un momento per osservare e capire i vari bambini. Ogni bambino è a sè, comunica in modo diverso e ha bisogno di un approccio diverso da tutti gli altri. Durante l’inserimento bambini e insegnanti imparano a conoscersi a vicenda e mettono le basi per un anno di lavoro positivo.

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