Che gioia lo svezzamento…

svezzamento

Avete dei bimbi che mangiano come dei bufali? Non lamentatevi di come è difficile fermare le loro mandibole sempre in azione, di quanto piangono se siete lenti nell’imboccarli e dei panzotti che spuntano dalle magliette manco fossero i figli segreti di Winnie the Pooh. Davvero non fatelo, perché non avete idea della fortuna che avete.

Io conosco l’altra faccia della medaglia e, insieme alle notti insonni, mi ha solcato la faccia, precisamente in mezzo alle sopracciglia dove risiede la ruga dell’incazzatura.

svezzamento difficile
Image credit www.babycity.co.uk

Lo svezzamento della mia prima bambina è stato una catastrofe. La pappa non le piaceva, potevo proporle carne, formaggio o pregiatissimo caviale del Volga ma la reazione di schifo era sempre la stessa.

Quindi per farla mangiare bisognava fare quella cosa che tutti gli esperti di pedagogia, sempre solerti nel dare consigli non richiesti, vedono come il fumo negli occhi: distrarla.
Abbiamo cominciato col farle portare dei giochi sul seggiolone, poi pasto dopo pasto abbiamo dovuto rincarare la dose perché lei si stufava facilmente e quindi bisognava trovare sempre soluzioni nuove. Siamo passati gradualmente dal pupazzetto alle canzoncine, filastrocche, cartoni animati col pc piazzato sulla tavola, coreografie, repertorio tristissimo di giocoleria, insomma io e il marito sembravamo usciti da un corso per animatori professionisti
Per rendere l’idea della disperazione, quando lei aveva 7 mesi mio marito era all’estero e in quel periodo tutte le sere ci collegavamo e mi faceva via Skype “La vecchia fattoria“, “Il coccodrillo come fa” e a nastro “L’arca di Noè” mentre io cercavo di infilarle il cucchiaio in bocca a tradimento. 
Per fortuna mentre io ero a lavoro ci pensava la Santa Nonna a farla mangiare a mezzogiorno e così avevo almeno un pasto garantito dato che poi la sera il copione era sempre lo stesso e il più delle volte la Piccola Iena andava a letto digiuna.
Crescendo, purtroppo, la situazione non è molto migliorata. Certo bisogna proprio ammettere che la mia cucina non è poi così appetitosa, ma dovendo preparare i pasti per Miss Bleah non mi sento nemmeno molto invogliata a provare qualcosa di nuovo. Allora anziché migliorare, trovare ricette nuove o presentare le pietanze con le faccine (ho fatto anche quello, ma sono stufa di fare gli origami con la bresaola per farla giocare) sono passata all’astuzia e faccio leva sul suo senso di colpa. Sì, avete capito bene, IL SENSO DI COLPA.  
“Amore, è pronto in tavola”
“Cosa si mangia?”
“Le polpettine della mamma”
“Bleah, io volevo gli spaghetti”
(La mamma assume un’ espressione ferita e spalanca gli occhioni da Gatto con gli Stivali) “Per favore amore, per stasera puoi mangiare le polpette? La mamma ha provato a farle ma lo sai che non è tanto brava, se non le mangi il papà dice che è perché non le so fare”.
In un’unica frase tutto ciò che non andrebbe detto, ma la creatura, colta da improvvisa pietà per la mamma così capra in cucina, compie l’estremo sacrificio e mangia le polpette. 

Mio marito e mia figlia tra 15 anni
Image credit www.justjaredjr.com

Con i gemelli lo svezzamento, o meglio la fase in cui familiarizzano col cucchiaino, è durato due mesi.

Due mesi di imbocca, canta, sputa, vomita, piatti rotti, bocche serrate, pianti (miei), pastina in testa (le loro), magliette impastate da far schifo. Rispetto alla sorella va molto meglio, mangiano più velocemente e un po’ più volentieri, ma noi, che non abbiamo perso il vizietto, li facciamo mangiare in sincrono con Masha e l’Orso per velocizzare l’operazione. Con loro per ora la tecnica vincente è quella dello stordimento, per cui se Masha non c’è cantiamo a squarciagola le sue canzoncine, urlando talmente forte che ormai le conoscono anche i vicini.

Tutti mi dicono che ad un certo punto inizieranno a mangiare a quattro palmenti e che bisognerà togliergli il piatto da sotto il naso per evitare che si allarghino come degli omini Michelin. Siccome la vendetta è un piatto che va servito freddo attendo con ansia quel momento…per non cucinare!
 
 
 
 
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